Il coaching è una disciplina nuova che si è affacciata in Italia solo da pochi anni, che nasce e contemporaneamente si evolve nello sport e che tutt’oggi si sta sviluppando a macchia d’olio poiché chi abbraccia il Coaching non lo lascia più. Il termine inglese coaching è tratto dal verbo to coach, che significa generalmente ‘allenare’, ‘accompagnare’, ‘motivare’. Deriva anche dal francese coche che, nel XVI secolo, identificava una grande vettura per il trasporto dei viaggiatori, trainati da cavalli e condotta da un ‘cocchiere’. Quest’ultimo è una persona che accompagna i viaggiatori da un punto ad un altro, ovvero da dove le persone sono a dove vogliono andare…(Il Coching – Pierre Angel e Patrick Amar, pag. 22). “Il coach è un cocchiere. E’ colui che accompagna il coachee da un punto ad un altro, ovvero da dove è a dove vuole andare…”
Navigando su internet, si scoprono un mare di porti e di barche e di scogli e di spiagge che non si conoscono riguardanti questo per così dire “Carneade manzoniano”, poiché il coaching è un viaggio, noi siamo le navi, il mare è tutto quello che c’è da sapere. Certo, perché senza la teoria e la formazione non si va avanti, ma neppure senza la pratica.
Come durante una sessione di coaching. Durante il processo si toccano quelle corde visive, uditive, cinestesiche per cui il coachee è quello che è, ma ad un certo punto si accorge che può diventare ciò che vuole, ciò che ha sempre desiderato. Lo capisce lì, HIC ET NUNC, durante la sessione, all’interno del processo di cui ignorava l’esistenza. E’ lì che il suo divenire si svela in un processo che dura sessioni intime. E’ lui che decide quante sessioni, quale modo, il luogo, il tempo. Conosce l’obiettivo che vuole raggiungere, importante è saper riconoscere i propri indicatori. Cosa significa? Significa che per diventare ciò che si vuole basta vedere la quercia dove prima c’era la ghianda (Giovanna Giuffredi docet!).
Il coaching è una guida, un supporto, un diario su cui riportare i propri obiettivi, le proprie consapevolezze. E’ apprendimento ma anche allenamento. Il coaching è fatto di domande potenti che adempiono il coachee e lo calibrano: domande che attraversano le persone, le illuminano ma non le giudicano, fanno esplodere l’insight, fanno arrivare alla pianificazione di meravigliosi piani d’azione e al progetto di un nuovo percorso di vita che prima non c’era. Il realtà c’è sempre stato…
Il coaching rappresenta il vestito da indossare nelle occasioni che lo permettono. Un vestito appositamente tagliato, cucito ed indossato. Il vestito che stia bene, che dia fiducia, che metta nelle condizioni di sentirsi a proprio agio.
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