Abbiamo visto quali sono i quattro stili di leadership individuati dal modello situazionale, ora andiamo ad analizzare i concetti di leadership transazionale e trasformazionale. Un modello che analizza il carisma del leader nel suo rapporto e nei suoi effetti sul coinvolgimento dei collaboratori.
Nella teoria della leadership transazionale, tale rapporto è il risultato di una negoziazione in un rapporto di scambio “alla pari” tra leader e collaboratori. Il potere negoziale del leader risiede nella possibilità di erogare ricompense (non solo di natura economica o materiale). Facendo leva sull’assunto che l’incentivo è l’elemento chiave per il perpetrarsi dei comportamenti produttivi a scapito di quelli non premiati, il leader transazionale fissa gli obiettivi e si occupa di mantenere gli standard individuati.
Il leader trasformazionale, d’altra parte, basa il proprio rapporto con i collaboratori su leve più emozionali. La capacità di motivare e di far identificare lo staff con la mission del progetto sono i suoi strumenti; così come lo sono gli approcci innovativi e fuori dagli schemi che possono derivare dalla valorizzazione della creatività soggettiva.
La leadership transazionale e la leadership trasformazionale sono, dunque, due approcci agli antipodi che hanno riflessi differenti anche sulla struttura organizzativa. Mentre nel primo caso si ha una disposizione conservativa delle dinamiche già presenti nell’organizzazione, nel secondo caso siamo davanti a un intervento evolutivo che può cambiare le “regole del gioco”.
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