L’approccio del marketing tradizionale si basa sull’analisi e l’individuazione dei tre elementi cardine: bisogni, target e situazioni. La profilazione che permette questo approccio, può essere altamente efficace, ma “ingabbia” il brand in comparti di mercato sovraffollati e ad alta competitività.
Così come il pensiero laterale teorizzato da Edward de Bono, il marketing laterale ideato da Philip Kotler e Fernando Tiras De Bes ri-pensa il brand in modo non convenzionale, riposizionando il target, creando paradossi, ibridi o nuovi bisogni.
In tal modo, il brand si differenzia dalla massa di proposte del mercato e si caratterizza quale unicità.
Una delle tecniche per l’ideazione di un processo di questo tipo di marketing è la dislocazione laterale, vale a dire: l’associazione di due concetti tra loro non correlabili direttamente.
Per fare solo un esempio, uno dei grandi alleati del marketing laterale è stata la mobilità. Coniugare mobilità e fruizione di un brano musicale, di una connessione telefonica, di strumenti informatici o di connettività internet ha portato alcune tra le innovazioni più proficue del mercato: il walkman, il cellulare, il laptop e il wireless.
Le tecniche di dislocazione individuate da de Bono per il pensiero laterale possono risultare strumenti utili al professionista che voglia attuare un approccio di marketing laterale, così come a chiunque voglia attivare un processo creativo. Sono sei: sostituzione, inversione, combinazione, esagerazione, eliminazione e riordinamento.
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