Nel management, il cinese assume un ruolo sempre più importante: infatti secondo i dati di una ricerca effettuata dall’agenzia americana Bloomberg, il mandarino (ovvero la lingua ufficiale della Cina) nel mondo del business è la lingua più parlata dai manager, seconda unicamente all’inglese.
Secondo quanto stimato da Bloomberg, il mandarino è parlato nel mondo da circa 854 milioni di persone. E la Cina è la superpotenza economica che nella prima decade del 2000 si è imposta come uno degli attori principali dell’economia mondiale.
Del resto, la conoscenza della lingua madre risulta molto vantaggiosa nei paesi dove l’inglese non è parlato correttamente: diminuisce il tempo della trattativa e permette di chiudere gli affari più velocemente. Però, almeno fino a quando il dollaro sarà la moneta di riferimento per gli scambi monetari internazionali, la “lingua madre” del management e del business resterà comunque l’inglese.
Nella classifica stilata da Bloomberg, subito dopo il cinese si colloca il francese, lingua ufficiale in ben 37 paesi, seguito dall’arabo, che viene parlato da 221 milioni di persone (ma “solo” in 23 nazioni). Chiude la classifica lo spagnolo, con venti paesi e 329 milioni di persone.
Al di là dei numeri, un dato di fatto resta: il business e il management parlano sempre più in cinese.
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