Fin dagli albori dell’export e import management, le aziende hanno riscontrato la necessità di parlare un linguaggio comune e standardizzato. Tale esigenza è stata formalizzata in un codice condiviso. Si chiama Incoterms ed è la contrazione di: international commercial terms e, nelle sue varie edizioni periodiche, racchiude tutti i termini impegnati nelle operazioni di trasferimento dei beni da un sistema economico all’altro, indicando un’interpretazione univoca di diritti e doveri delle varie parti in causa.
A ogni passaggio tipico dell’import e dell’export management tra venditore, trasportatore, dogana, acquirente e assicurazione, l’Intercoms dà indicazioni su chi debba farsi carico dei costi e a chi far risalire le responsabilità. I vari codici sono seguiti dalla località specifica dello scambio. Ad esempio: l’acronimo DAF (Delivered At Frontier) è seguito dall’identificazione del confine presso il quale verrà effettuata la consegna.
Dal 1° gennaio 2011 è entrato in vigore l’Incoterms 2010, l’ultima versione della raccolta di termini identificati dall’International Chamber of Commerce.
Nonostante l’evidente praticità di questo strumento di import-export management, l’impiego dell’Incoterms non ha carattere obbligatorio nel diritto commerciale sovranazionale.
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