Internazionalizzare l’impresa vi potrà sembrare un salto nel vuoto. Se è così, fermatevi: state per compiere un errore madornale. Aprire le porte del business al mercato internazionale, infatti, non è un’avventura o una scommessa, ma una scienza. E ve lo dimostreremo in dieci punti.
Di seguito, infatti, troverete il decalogo del perfetto Export Manager con tutti i punti che non andranno mai trascurati nella definizione di una strategia d’internazionalizzazione.
Regola #1: l’occasione non fa internazionalizzazione – I bassi costi di accesso al mercato internazionale grazie a e-commerce e reti distributive internazionali possono far pensare che l’export è l’occasione da cogliere al volo, quando capita. L’azienda che vuole puntare sull’export deve basarsi su un serio e ponderato progetto d’internazionalizzazione, con un piano export specifico. Solo così l’impresa cresce e diventa internazionale.
Regola #2: prendere le misure – L’export non è un investimento a costo zero. Servono risorse. Prima di partire è fondamentale valutare se e fino a dove si può arrivare.
Regola #3: un mercato non vale l’altro – Potrà sembrare lapalissiano, ma non lo è poi così tanto: sapete dove state portando il vostro business? Conoscere i mercati, le loro implicazioni normative, i loro potenziali di sviluppo e le loro richieste dovrebbe essere la prima preoccupazione di ogni Export Manager degno di questo nome.
Regola #4: la competizione non si ferma al confine – Forse all’interno dei confini nazionali la sfida al mercato si sente più calda, ma le stesse regole che valgono al di qua, valgono anche al di là della frontiera. Questo significa che un buon progetto d’internazionalizzazione non può dimenticare una valutazione di competitività della vostra offerta sul mercato estero scelto.
Regola #5: una macchina ben oliata – L’internazionalizzazione sarà lo stress-test della vostra organizzazione. Accertatevi che tutti i livelli aziendali siano allineati sull’obiettivo e sui passi da fare per raggiungerlo.
Regola #6: il fattore culturale – Esattamente come avviene nel business nazionale, quello internazionale si basa sui rapporti con target, fornitori, istituzioni. Conoscere la cultura del mercato da prenotare è un punto, non secondario, a vostro favore. Iniziare dalla lingua non è una cattiva idea.
Regola #7: il valore strategico delle infrastrutture – I trasporti e la logistica più in generale sono un elemento strategico per un piano di business, la cui importanza aumenta in modo direttamente proporzionale alla distanza dell’azienda dal mercato.
Regola #8: workflow documentale, l’alleato che non ti aspetti – Organizzare il workflow documentale al meglio, magari con un sistema di dematerializzazione documentale, è fondamentale per supportare la mole di scartoffie che l’internazionalizzazione, inevitabilmente, comporterà.
Regola #9: se l’aiuto c’è, va sfruttato – Enti, strutture e uffici per l’internazionalizzazione qui e in loco vi saranno di sicuro supporto per adempiere a tutte le numerose ottemperanze burocratiche richieste dall’export. Provate a contattare, ad esempio uno degli Sportelli per l’internazionalizzazione: un progetto Mise-Unioncamere.
Regola #10: evitare i contenziosi – Recupero crediti all’estero? Un bell’inferno. Il segreto è scegliere gli strumenti, le strategie e le comunicazioni migliori per evitare ogni tipo di contenzioso. Iniziate dal definire con chiarezza tutti i termini contrattuali e le forme di pagamento.
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