Quando un’azienda è una realtà internazionale, deve pensare globale. E quando un marchio è sinonimo di “smart”, deve allineare le proprie politiche interne per sostenere la brand equity. Non ultima, la politica di gestione delle risorse umane.
Per una realtà come Apple, una buona policy di diversity management non è una virtù: è una necessità. Tuttavia questa necessita, qualora comunicata con le strategie giuste, può diventare un valore che va a consolidare l’immagine del brand, attraendo il favore dei consumatori e l’attenzione dei nuovi talenti. La cura della responsabilità social d’impresa, infatti, è un aspetto da non sottovalutare nella comunicazione aziendale.
Apple ha dedicato alla diversity management un’intera sezione del sito. Un’area che si apre con un messaggio di Tim Cook, che inizia così: “Apple è sempre stata differente”. Sì, perché l’”inclusione ispira l’innovazione”.
Quello che rende la comunicazione reale, e non una semplice dichiarazione d’intenti sulla ricchezza della diversità, sono i numeri. Numeri reali e credibili che tengono conto anche di coloro che non dichiarano la propria appartenenza etnica.
65% di uomini e 35% di donne (nel momento in cui scriviamo), con un incremento dell’incidenza del sesso femminile tra i dipendenti Apple di 4 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Un dato che dimostra l’impegno di Apple nella ricerca attiva della diversità.
Per Apple, la politica della promozione della diversità non si ferma alle porte degli innovativi uffici di Cupertino. È una policy che l’azienda sostiene in tutto il mondo, fino all’ultimo Apple Store.
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