Un colloquio di lavoro è sicuramente una delle esperienze più stressanti della vita di un adulto. Come se non bastasse, alcune aziende si avvalgono di una tecnica di colloquio studiata per mettere deliberatamente in difficoltà il candidato: si chiama stress interview ed è il colloquio più temuto di tutti.
Osserviamo il selezionatore: sguardo corrucciato, è aggressivo, critico, si distrae facilmente, interrompe di frequente e fa domande strane, impertinenti, con frequenza soffocante. Probabilmente è uno stress interviewer seriale.
Se, di punto in bianco, durante un colloquio, veniamo interrotti mentre ci presentiamo e ci viene chiesto qualcosa che sembra un test di logica completamente sconclusionato, del tipo: “Secondo lei, quante palline da golf servono per coprire il pavimento di una stanza?”, possiamo arrivare a due conclusioni: il selezionatore che abbiamo davanti è particolarmente stressato o sta cercando di stressare noi. Per un’esilarante classifica delle domande più strane poste durante una job interview, vi consigliamo di dare un’occhiata qui.
Se, di punto in bianco, nella stanza del colloquio cala un imbarazzante e protratto silenzio che ci fa sospettare uno stato catatonico dell’head hunter, non avremo più alcun dubbio: stiamo affrontando una stress interview.
La domanda è più che legittima e immediata: perché?
Questa discutibile tecnica di colloquio mira a mettere a disagio, a destabilizzare il candidato. La stress interview viene effettuata per valutare il grado di resistenza alle sollecitazione dei nervi dei candidati, la loro determinazione e la loro reattività nelle situazioni difficili. Ma i suoi risultati, per avere qualche valore, dovrebbero essere analizzati da personale esperto.
Se percepiamo un’ostilità insensata in sede di colloquio, non c’è da preoccuparsi: probabilmente è tutta una messa in scena per impressionarci. E, qualora non lo fosse? Probabilmente quel posto di lavoro è meglio perderlo che trovarlo.
Quindi, la cosa migliore che possiamo fare è… giocare.
Rilassiamoci e consolidiamo la confidenza in ciò che siamo, sappiamo e non sappiamo. Manteniamo sempre il contatto con gli occhi del nostro selezionatore e non curiamoci troppo del suo atteggiamento: non c’è alcun motivo per cui debba odiarci (almeno fino a quando non abbiamo sottoscritto il contratto d’assunzione).
Una richiesta a trabocchetto frequente durante le stress interview è: “Ci parli dei suoi difetti”. Se volete sapere come rispondere, ecco i nostri consigli.
Organizzare risposte brevi ci aiuterà a evitare di essere fastidiosamente interrotti. Concentriamoci sulla nostra voce per non farci prendere dal nervosismo: l’errore più grande in queste interviste è perdere le staffe e divenire aggressivi di rimando.
Per scoprire i segreti per affrontare un colloquio in forma di stress interview, gli studenti GEMA Business School possono contare sul supporto dei professionisti del nostro ufficio placement.
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