Dimenticate Google Maps e navigatori satellitari: nell’orienteering siete solo voi, una cartina, una bussola e la natura. Una sfida primordiale, dal gusto survival, che diventa formazione esperienziale outdoor.
Se ci pensate bene, stiamo parlando di una condizione di difficoltà. La perdita di punti di riferimento classico e l’assenza degli strumenti che utilizziamo quotidianamente ci danno quella sensazione di spaesamento che è il punto di partenza di ogni sessione di orienteering, ma che è anche il punto di partenza per affrontare qualsiasi problema che vita e professione ci propongono.
La lezione della nostra avventura outdoor di orienteering sarà proprio questa: ogni situazione nuova davanti alla quale ci troviamo è una sfida che possiamo vincere solo facendo leva sulla nostre capacità di analisi, organizzazione, intuito e problem solving.
Nord, sud, est, ovest: nella mappa della formazione di orienteering il “voi siete qui” è un grande punto interrogativo. La prima cosa da fare, dunque, è orizzontarsi e individuare, nel paesaggio che ci circonda, qualche punto di riferimento che possa aiutarci a collocarci sulla mappa. Cos’altro facciamo quando affrontiamo un nuovo problema, se non cercare elementi che già conosciamo per esperienza? Questo ci permette di trovare un itinerario iniziale, uno schema d’interpretazione di ciò che ci troviamo davanti.
Una volta trovata la nostra posizione, l’avventura della formazione outdoor di orienteering prosegue. Continuate a seguirci per scoprire come arriveremo a destinazione.
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