Con Retention, o meglio ”Employee Retention”, si intende la capacità di trattenere i propri dipendenti ed è considerata uno degli obbiettivi primari nell’ambito dei programmi di sviluppo come Master Risorse Umane: bastano infatti le dimissioni di un dipendente qualificato per rovinare l’ecosistema creato all’interno del team, e l’assunzione di una nuova risorsa comporta un dispendio di tempo e denaro non indifferente.
Bisogna mantenere un livello di motivazione e dunque di soddisfazione costantemente alto al fine di raggiungere gli obbiettivi fissati in un contesto sereno: non a caso tra le priorità degli HR Leader c’è proprio quella di ricercare metodi che portino a un benessere lavorativo dei dipendenti.
E i segnali per capire in anticipo un possibile ritiro ci sono e sono captabili: si può notare una diminuzione nelle performance, cambiamenti nel comportamento che si manifestano ad esempio in ripetute uscite anticipate o ritardi all’ingresso, le lamentele frequenti per il proprio livello di stress e stanchezza per questioni inerenti l’ambito lavorativo.
Ed è proprio in questi che bisogna mettere in atto strategie di Retention, che abbiano il fine di aumentare il livello di commitment e di fidelizzazione verso l’azienda. Strategie che variano ovviamente da individuo a individuo.
Nell’HR Barometer 2015,uno studio di Michael Page che con cadenza annuale analizza la situazione del mondo delle Human Resources, emerge che gli strumenti più utilizzati nel campo della Retention sono il “Training & Development” e la “Compensation & Benefits”. Il primo metodo, attuato da oltre il 50% degli HR Leader di tutto il mondo, consiste nell’utilizzare la formazione e lo sviluppo come strumento per aumentare la retention, mentre l’altra metà preferisce appunto aumentare i benefit e i salari dei dipendenti.
Altri strumenti sono, ad esempio, il training per la gestione del tempo e il lavoro da casa, in quanto è ormai fondamentale per un dipendente dedicare il giusto apporto di tempo alla propria famiglia e alle proprie attività extra lavorative.
Ma a monte di tutto ciò si dovrebbero adottare dei piccoli accorgimenti quotidiani e non che mirino all’aumento della retention pur senza mettere in atto strategie. Bisogna ad esempio dare voce ai dipendenti, spronandoli nell’esprimere le proprie preoccupazioni o insoddisfazioni, premiare i buoni risultati, con delle adeguate retribuzioni, far sentire i dipendenti più parte del sistema azienda, così da spronarli a fare meglio, e anche ridefinire le mansioni, in modo che compiti di routine vengano sostituiti da altri più importanti e dunque più soddisfacenti.
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