Non c’è alcun dubbio: la tecnologia ha ampiamente modificato il modo in cui le grandi aziende progettano i loro processi di recruiting e di management delle risorse umane. E non si tratta solo di qualche sbirciatina sui social media per trovare il candidato ideale.
Per scoprire come, nel prossimo futuro, i nuovi strumenti a disposizione cambieranno l’operatività e le strategie degli HR manager, andiamo a vedere quali sono i trend più cutting edge.
Non c’è dubbio che i big data giocheranno un ruolo fondamentale a supporto dei processi decisionali. Con ogni probabilità, nel prossimo futuro, la tecnologia di data warehouse sarà decisiva nella profilazione dei candidati più indicati per la copertura dei ruoli vacanti in azienda. E non solo quello.
Ancora una volta, saranno i big data a guidare l’azienda verso la copertura di fabbisogni professionali necessari a conquistare o consolidare la leadership di mercato, sulla base dei trend, delle scelte dei consumatori e delle strategie dei competitor.
Migliorare le performance dei dipendenti e verificare l’attitudine dei candidati sarà la questione in gioco. È proprio il caso di dirlo. Attraverso le tecniche di gamification, si potranno raggiungere tali obiettivi in modo più costruttivo e meno noioso dei vari test e meeting di assessment.
Più sarà agevole, grazie alla tecnologia, l’elaborazione di grandi quantità di dati, più l’HR management si baserà sulla singola risorsa e non sulla forza lavoro come entità complessiva. Le strategie potranno diventare sartoriali e, sulla base degli interessi, si potrà pensare di offrire benefit sempre più particolari ed efficaci per la soddisfazione (e la retention) del singolo talento.
Abbiamo visto che i tradizionali strumenti di performance management stanno dimostrando i loro limiti (quantomeno generazionali). Allo stesso tempo, sono sempre più diffuse le piattaforme di social aziendale per ottenere feedback in (quasi) tempo reale. Sono in molti a pensare che, grazie a questa tecnologia, ed esattamente come succede nei social media classici, il feedback sul lavoro dei singoli verrà fornito dall’audience. Le prospettive sono senz’altro interessanti, dato che il performance management si trasformerebbe da verticale in democratico. Ma questa proiezione futura apre anche gli inquietanti scenari di una premiazione del merito basata su qualità più “politiche” che operative.
Quando il lavoro agile diventerà una realtà diffusa, le sedi operative delle aziende perderanno di senso. E con esse la localizzazione dei lavoratori. Nulla vieterà a un talento indiano di lavorare per la PMI con sede legale nella provincia di Milano. Il tutto potrà essere gestito attraverso piattaforme di unified communication and collaboration (UCC) che metteranno in connessione, come già avviene in alcune realtà, team multiculturali e dislocati in tutto il mondo. Si potranno gestire facilmente meeting, ma anche lavorare insieme allo stesso documento.
Il knowhow aziendale potrebbe essere sempre a disposizione di tutti, grazie a webinar estrapolati dal database dell’organizzazione. Un modo smart per rimettere in circolo le piccole e grandi conquiste dei singoli lavoratori che potranno, attraverso gli strumenti messi a disposizione dall’azienda, creare lezioni informative su metodologie e case study con la stessa semplicità con cui oggi ciascuno di noi può creare una presentazione Power Point.
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