Esistono tanti modi per respingere una candidatura. In Italia, perlopiù, vige la tecnica del baratro: i curricula sembrano cadere in un vuoto senza fine o avere una corsia preferenziale verso il cestino della carta straccia. Poi c’è la risposta automatica, tanto cara alle agenzie che gestiscono le selezioni del personale. In ultimo, ma stiamo parlando di casi isolati ed eccellenti, arriva una risposta con una parvenza di personalizzazione.
In ogni caso, il rifiuto di una candidatura, tanto più quando l’azienda è una di quelle che ci entusiasmano e il ruolo sembra cucito sul nostro cv e il colloquio sembrava andato alla grande, è sempre un evento traumatico.
Abbiamo creato una presentazione del nostro profilo a prova di errori, abbiamo applicato nel modo indicato sul sito web, eppure qualcosa è andato storto: cosa fare?
Anche quando la ricezione dei rifiuti delle nostre candidature diventa uno scoraggiante automatismo, il nostro entusiasmo non deve mai venire meno. Ecco le prime tre mosse da compiere per reagire nel modo più giusto alla perdita dell’occasione tanto attesa:
Quando ha senso (vale a dire quando non si tratta di email chiaramente generate da un sistema automatico), la risposta alla lettera di rifiuto della candidatura è un’ottima prassi per lasciare una porta aperta nei rapporti con l’azienda dei nostri sogni (giusto nel caso fossimo i secondi in lista…). Cosa scrivere nella lettera di risposta negativa alla candidatura? Basta ringraziare l’azienda e i selezionatori (senza troppo entusiasmo contraffatto) per l’occasione offerta e sottolineare il proprio interesse nel divenire parte dell’organizzazione (nel caso di altri ruoli aperti nel presente e nel futuro).
Quando si applica per una posizione lavorativa o si partecipa ad un colloquio di lavoro bisogna sempre considerare che molti altri candidati – che hanno le nostre stesse chance – possono aver superato la selezione al posto nostro semplicemente perché ritenute più in linea per quella specifica posizione. È dunque importante essere preparati a questa eventualità e non lasciarsi influenzare negativamente dalle risposte negative.
È vero: il rifiuto di una candidatura è demoralizzante. Il segreto, però, è perseverare. Proviamo con i competitor dell’azienda che ci ha scartati, passiamo alla prossimo nome sulla nostra wishlist: non fermiamoci ad autocompiangerci. È il modo migliori per trasformare un semplice rifiuto per una sconfitta su tutti i fronti.
Se non lo avevate già fatto, entrate in contatto con i vostri selezionatori su LinkedIn per rimanere in contatto in caso in futuro si aprano nuove possibilità. Ma solo dopo aver potenziato il vostro profilo con questi consigli acchiappa-headhunter.
Nel caso il processo di selezione fosse andato oltre la fase di screening dei curriculum e vi abbia coinvolto in un colloquio –con esito, ahimè, negativo – è possibile anche scrivere ai selezionatori una lettera di ringraziamento al colloquio negativo nel quale richiedere un feedback su ciò che non ha funzionato ed eventuali suggerimenti su come migliorare. Un’ottima strategia per lasciare un’ottima impressione di voi e cogliere l’occasione per migliorare la vostra preparazione ad affrontare i colloqui di lavoro.
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