Al giorno d’oggi è difficile non essere mai incappati nel termine “problem solving”: è la dote che ogni datore di lavoro cerca nel candidato ideale. Una dote innata? Forse. Ma è anche una capacità che può essere sviluppata e potenziata grazie alla comprensione di come la nostra mente funziona quando posta davanti a un problema.
Gli approcci al problem solving possono essere vari e fanno leva sull’elemento chiave di questo skill: la creatività.
Creatività individuale o di gruppo, rielaborazione di esperienze passate o semplici escamotage per aggirare quello che sembra un problema insormontabile: la fantasia e il pensiero laterale sono i due ingredienti che hanno permesso di evolverci, sono la nostra arma segreta per superare, da vincitori, le sfide che la vita ci propone.
Quando ci troviamo di fronte a una questione da risolvere, il nostro approccio di base può fare leva su due approcci di pensiero: il divergente o il convergente.
Divergente è il processo di pensiero che richiama le soluzioni mettendo a frutto le passate esperienze. Convergente, invece, è il tipo di pensiero che lavora per esclusione tra le soluzioni presenti in un ventaglio di possibilità, arrivando progressivamente alla decisione più adeguata alla situazione.
Mentre la forma di pensiero convergente richiede la possibilità di avere già ben delineati vari sentieri per superare la “montagna”, il caso più frequente di problem solving è quello in cui tutti i sentieri devono essere stracciati e ogni sentiero può essere battuto.
Ecco, dunque, una breve rassegna dei migliori approcci al problem solving che impiegano la tipologia di pensiero divergente e che potranno tornarci utili la prossima volta che ci troveremo, nella vita o sul lavoro, a fronteggiare un problema.
1. L’unione fa la forza
Se si dispone di un team, affrontare la difficoltà è un gioco da ragazzi. Lo strumento giusto può essere il brainstorming. Tante soluzioni in poco tempo che possono nascere da competenze, esperienze e attitudini diverse e, per questo, estremamente utili ed efficaci.
2. Ampliare la visuale e portare freschezza
A osservare troppo da vicino un problema, spesso si perde la misura della sua grandezza. Dopo un po’ la nostra mente torna sempre sulle stesse soluzioni inefficaci e l’ostacolo ci sembra insormontabile. Abbiamo bisogno di una prospettiva differente e un approccio completamente nuovo: non c’è nulla di meglio, allora di far collaborare al nostro decision making qualcuno che stimiamo e che appartiene a un team di un’area differente.
3. Mettere in discussione gli assunti
Molte volte capita di perdere tempo ed energie a trovare una soluzione a un problema di cui sono sbagliati gli assunti. La migliore cosa da fare, in un’operazione di problem solving, è quella di liberare la nostra mente da qualsiasi pregiudizio e analizzare ogni cosa da capo.
A questo punto, buttare giù una lista di assunti potrà aiutarci a rimettere in discussione ciò che sappiamo (o crediamo di sapere) sul problema che vogliamo affrontare.
Qual è il vostro personale approccio al problem solving? Fatecelo sapere attraverso i commenti a questo post o sulla nostra pagina Facebook.
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