Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità ha assunto un ruolo di primaria importanza per le aziende di ogni settore. In questo contesto, il bilancio di sostenibilità si è rivelato uno degli strumenti più importanti per le organizzazioni che vogliono dimostrare il loro impegno verso lo sviluppo sostenibile. Non parliamo, infatti, solo di un documento, ma di una dichiarazione di intenti e risultati, che combina trasparenza e responsabilità. In questo articolo approfondiremo cos’è il bilancio di sostenibilità, concentrandoci sul suo valore strategico.
Il bilancio di sostenibilità è un documento che sintetizza l’impatto economico, ambientale e sociale di un’azienda, andando oltre i tradizionali bilanci finanziari. Contiene informazioni dettagliate sull’attività dell’organizzazione, evidenziando come questa generi valore non solo per gli azionisti, ma anche per l’ambiente, i dipendenti, i clienti e la società nel suo complesso.
Questo documento offre, infatti, una panoramica dettagliata delle politiche aziendali, delle attività e dei risultati raggiunti in ambito sostenibile. Viene utilizzato per rendere trasparente l’impegno dell’azienda nei confronti degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, programma che mira a promuovere una crescita economica sostenibile, equa e rispettosa dell’ambiente.
Il bilancio di sostenibilità è obbligatorio per un numero crescente di aziende, in linea con la normativa europea e italiana. Il processo è stato avviato con la direttiva 2014/95/UE, recepita in Italia dal D.Lgs. 254/2016, che imponeva la rendicontazione non finanziaria alle grandi imprese con oltre 500 dipendenti e alle aziende di interesse pubblico, come banche e assicurazioni. Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), entrata in vigore in Italia tramite il D.Lgs. 125/2024, gli obblighi si sono ampliati progressivamente. Dal 2025 rientreranno nell’obbligo le grandi imprese già soggette alla NFRD, mentre dal 2026 l’obbligo si estenderà a tutte le grandi aziende con almeno 250 dipendenti. Dal 2027, saranno incluse le PMI quotate con almeno 11 dipendenti e dal 2029 le società figlie di gruppi esteri con ricavi superiori a 150 milioni di euro. In questo contesto, le aziende non ancora obbligate a redigere un report di sostenibilità potrebbero comunque considerare l’opportunità di iniziare a farlo, anticipando le esigenze di trasparenza sempre più richieste da clienti e fornitori. Investire in questo strumento può rivelarsi strategico, contribuendo a rafforzare la competitività e a prepararsi per eventuali futuri obblighi normativi.
Le società benefit sono un esempio concreto di come la sostenibilità possa essere integrata nella strategia aziendale. Queste organizzazioni, oltre a perseguire obiettivi di profitto, si impegnano formalmente a generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Il bilancio di sostenibilità è un elemento chiave per le società benefit, poiché permette loro di rendere conto del proprio operato e di dimostrare il valore creato per tutti gli stakeholder.
Diventare una società benefit non è solo una scelta etica, anche una decisione strategica per il futuro dell’azienda. In un mercato sempre più orientato verso la sostenibilità, le società benefit si distinguono come leader del cambiamento, attirando clienti e talenti che condividono gli stessi valori.
Il bilancio di sostenibilità è molto più di una semplice prassi burocratica: è uno strumento strategico per le aziende. Approfondiamo le ragioni fondamentali per cui fa la differenza in questo senso:
La redazione di un bilancio di sostenibilità richiede competenze specifiche e un approccio metodico. Ecco alcuni passaggi fondamentali:
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