Contrattazione collettiva di prossimità: ecco cos’è

20 Settembre 2012

Contrattazione collettiva di prossimitàLa contrattazione collettiva, con il Dl 138/2011, ha assunto una dimensione locale. È la contrattazione collettiva di prossimità, sancita tra le misure a sostegno dell’occupazione e, più precisamente, dall’articolo 8 del Dl. Per capire cos’è, bisogna individuare il problema che il legislatore ha voluto risolvere introducendo questo strumento nell’ordinamento giuslavoristico.

Le contrattazioni collettive nazionali, in alcuni casi, possono introdurre rigidità sistemiche che rendono farraginosa, quando non impossibile, la soluzione di problematiche strettamente legate a realtà locali o aziendali.

Per tale motivo, l’articolo 8 del Dl 138/2011 introduce l’istituto della contrattazione collettiva di prossimità, attraverso il quale raggiungere intese volte a regolare l’organizzazione del lavoro e della produzione e, con ciò, mirano alla maggiore occupazione, all’incremento della qualità dei contratti di lavoro e della condizione dei lavoratori, nonché della competitività dell’azienda o del polo aziendale.

Un case study di contrattazione collettiva di prossimità ce l’ha offerto Il Sole 24 Ore del 28/08/2012. I 1.200 lavoratori impiegati con la formula in partecipazione dalla Golden Lady di Castiglione delle Stiviere, l’azienda e i sindacati aziendali hanno scongiurato un disastro occupazionale legato all’introduzione della riforma del lavoro Fornero e la conseguente, forzata, immediata assunzione di tutti i lavoratori con contratto di lavoro subordinato.

La contrattazione collettiva di prossimità ha permesso una dilazione, vitale per l’azienda, nell’introduzione delle nuove norme, al fine di valutare le modalità più adeguate di assunzione con contratto di lavoro subordinato.

 

Fonte immagine: www.flickr.com/photos/enerva/

 


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