Lo smart working è senz’altro uno dei temi caldi del 2016 del lavoro. Lo sa bene Barilla che ha fatto notizia con un annuncio che pone fine ai timidi approcci delle altre big company (anche le più illuminate): entro il 2020 tutti i suoi dipendenti potranno accedere ai benefici del lavoro agile.
La proposta del gruppo di Parma riguarda, com’è intuibile, gli impiegati d’ufficio e non gli addetti alle linee produttive.
Barilla non testa per la prima volta il lavoro agile. Il progetto pilota di smart working era partito nel 2013 e aveva interessato le sedi nazionali e quelle sparse per il mondo. Il 74% dei lavoratori coinvolti dal progetto (circa 1.200 risorse) hanno usufruito dell’opzione “lavoro da remoto”.
Facile indovinare quali risorse umane abbiano partecipato con più entusiasmo: donne tra i 30 e i 55 anni e i lavoratori distanti dall’ufficio (più di 25 Km in media).
Per Barilla, il lavoro agile è svolto per quattro giorni al mese in sedi diverse dall’ufficio. Il lavoratore che desidererà usufruire dell’opzione, si accorderà con il manager di riferimento per organizzare al meglio i flussi.
Già a partire dal progetto pilota, l’introduzione del lavoro agile è stata supportata da un investimento in tecnologie digitali per coadiuvare le comunicazioni e la collaborazione da remoto.
Il bilancio dell’esperienza smart di Barilla:
P. Iva 01412811000 C.F.05550520588
Capitale soc. € 52.000 i.v. – R.E.A. n. 496554
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