Dopo aver preso confidenza con la norma dell’articolo 18 così come attualmente previste dallo Statuto dei Lavoratori nel post Riforma del lavoro: articolo 18 (parte I), riprendiamo il discorso lì dove l’avevamo lasciato: cosa cambia con l’intervento della riforma Fornero?
Fermi restando i limiti dimensionali dell’azienda, il disegno di legge recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro abbassa la soglia minima dovuta a titolo d’indennizzo per il lavoratore licenziato passano dalle 15 – 27 alle 12 – 24 mensilità post riforma.
Il nuovo articolo 18 prevede una procedura di conciliazione come primo passo della giustizia giuslavoristica. Nell’ambito di tale procedura si verificherà la sussistenza di una ragionevolezza del licenziamento e le parti potranno accordarsi per arrivare a un compromesso.
Le tutele nei confronti dei licenziamenti per ragioni economiche e disciplinari non vengono estese alle aziende con meno di 15 dipendenti.
A supporto di una politica che aumenta la flessibilità in uscita, si prevedono nuovi ammortizzatori sociali (come l’ASPI , di cui abbiamo già parlato) per i quali saranno stanziati 1,8 miliardi.
In attesa di conoscere l’esito finale della votazione in Parlamento, la cronaca ci terrà aggiornati sulle nuove evoluzioni del dibattito sull’articolo 18 e riforma del lavoro.
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